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Il Tetraone


Strumenti antichi, visioni moderne

“Il Tetraone nasce all’interno di un ideale “grande quartetto” come l’Accademia Bizantina, sposandone la filosofia e chiudendo un cerchio perfetto nella forma più genuinamente cameristica. Quello che colpisce di questo gruppo è la chiara adesione a concetti estetici maturati in anni di studio e lavoro comune nella nostra Orchestra, unita a una personalità e a una natura comunicativa sorprendenti. Qualità ed emozioni che seducono.” | OTTAVIO DANTONE

Il Tetraone è un quartetto d’archi con pianoforte formatosi nel 2011 in seno ad Accademia Bizantina. Lo scopo è quello di unire l’amicizia e il gusto di suonare assieme dei singoli componenti ad uno dei repertori più interessanti e completi musicalmente che ci offra la storia della musica. Il Tetraone, naturalmente, utilizza strumenti originali, con particolare attenzione alla montatura, all’accordatura e al temperamento del periodo storico. L’utilizzo di questi mezzi, uniti allo studio filologico della partitura, alla cura del suono, alla ricerca dei timbri storici e della trasparenza, permettono la realizzazione di nuove letture ed interpretazioni del grande repertorio.

Il quartetto si amplia ed evolve con l’aggiunta di Giovanni Valgimigli, contrabbassista di Accademia Bizantina, per riscoprire il repertorio di quintetto col contrabbasso, il cui brano più famoso è certamente “La Trota” di Franz Schubert, ma che riserva tante altre sorprese, sconosciute al grande pubblico, di grande interesse e bellezza.

Il Tetraone, fin dalla sua fondazione, si avvale della collaborazione di Francesco Zanotto e della sua collezione di strumenti a tastiera da cui sceglie, per ogni programma, lo strumento filologicamente adeguato.

www.IlTetraone.com

Progetti

Romantic Souls

Robert Schumann & Louise Farrenc

Wolfgang & Amadeus

I due quartetti con fortepiano

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LUDWIG E...LA TROTA

Beethoven & Schubert

Un suono originale. Un temperamento inarrestabile.

Il programma del debutto discografico del Tetraone. Un'interpretazione su strumenti originali che fatica a trovare suoi pari nel panorama attuale. Un prodigio di tecnica e temperamento al servizio di un enorme lavoro di approfondimento intepretativo sugli strumenti e sulle prassi esecutive.
Quando Schubert vede la luce nel 1797 a Lichtental, un sobborgo oggi inglobato nell’area metropolitana di Vienna, Beethoven è un giovane prodigio di 27 anni, sensibile alle convenzioni della società viennese del tempo e molto legato ai modelli classici di Haydn e Mozart.
Il Quartetto op. 16 racchiude l’essenza dello stile del primo Beethoven rivelando una serenità senza nubi nella sua franca e aperta cantabilità quale espressione di un estroverso ottimismo giovanile.
Nell’estate del 1819 Franz Schubert aveva 22 anni ed era in vacanza a Steyr, un piccolo villaggio dell’Alta Austria, assieme all’amico baritono Johann Michael Vogl, suo compagno d’avventura in quella che fu anche la sua prima tournée liederistica lontano da Vienna. Si trattò senza dubbio di uno dei momenti più sereni e rilassanti della sua vita, circondato da un luogo meraviglioso - come ebbe a dire lui stesso in una lettera a suo fratello - immerso nella natura e nel profumo dei pini e delle montagne. Alloggiava presso l’abitazione del dott. Schellmann, dove la musica era di casa. È in questo clima che vide la luce il Quintetto per pianoforte, violino, viola, violoncello e contrabbasso op. 114 D 667 «Forellen-Quintett», composto nell’autunno del 1819 e pubblicato dopo la morte del compositore dall’editore Joseph Czerny, il quale disse di essersi deciso a farlo dopo che un gruppo di esperti da lui radunato per l'occasione lo aveva riconosciuto unanimemente «un capolavoro».

www.iltetraone.com|Schubert-Beethoven

ROMANTIC SOULS

Schumann & Farrenc

Il suono romantico degli strumenti originali

Robert Schumann, Quartetto per pianoforte e archi op.47
Louise Farrenc, Quintetto per pianoforte e archi nr.1 op.30
Un programma che accosta due figure unite dal triste destino di una vita infelice e tempestata di sofferenza e lutti. Ma proprio la scelta di questi due brani pieni di entusiasmo, vitalità e gioia vuole far vivere all'ascoltatore la forza creatrice dei due genii musicali. Il famosissimo quartetto di Schumann viene accostato alla splendida composizione della Farrenc che, con un organico come quello della Trota di Schubert, ci sorprende con il suo linguaggio assolutmanete originale e profondo.
Il concerto si avvale come al solito degli strumenti della Collezione Zanotto, partner de Il Tetraone. Alla ricerca di un suono vero, vivo e originale!

www.iltetraone.com|Schumann-Farrenc


WOLFGANG & AMADEUS

I due quartetti con fortepiano

Due capolavori, due personalità, due mondi

Tra gli organici di musica da camera, quello per pianoforte e archi (violino, viola e violoncello) non è tra i più frequenti ai tempi di Mozart, allorché il pianoforte veniva per lo più abbinato all'orchestra nel genere del Concerto, e gli archi si disponevano in formazioni omogenee, come il Quartetto e il Quintetto. Nell’autunno del 1785, al quinto anno della sua carriera di libero professionista, Mozart, un vulcano in perpetua eruzione, che investiva il mercato con gigantesche colate di musica (scriveva per vivere, e scriveva per il pubblico), scrisse il Quartetto K478 probabilmente pensato non come oasi dello spirito, ma come fonte di guadagno, come novità che avrebbe incuriosito i capricciosi viennesi. Il Quartetto K 493, in mi bemolle maggiore, ha invece un carattere più sereno e si avvicina in maniera ancor più esplicita alla scrittura concertistica rispetto a quella cameristica.
Per questo programma la Collezione Zanotto mette a disposizione un fortepiano viennese Graf

www.iltetraone.com|Mozart


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Tetraone

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Tetraone

Ana Liz Ojeda

Alice Bisanti

Paolo Ballanti

Valeria Montanari

Giovanni Valgimigli