Solo per la Bellezza, solo per la Cultura
Ispiratosi ad Eos, la “dea dalle rosee dita”, Enrico Gatti ha fondato nel 1986 l’Ensemble “Aurora” insieme ad altri artisti appassionati dallo studio e dall’interpretazione del patrimonio musicale anteriore al 1800, con particolare riferimento a quello italiano.
In un’epoca in cui le sonorità della musica antica hanno acquistato una fisionomia sempre più nervosa e ritmata l’Ensemble Aurora ha basato la ricerca della propria emissione sonora sulla caratteristica più costante dell’estetica sei-settecentesca: l’imitazione della natura, e quindi della voce umana, con le sue dinamiche, pronunce ed articolazioni. Su questa base l’impiego di strumenti originali ed un loro adeguato uso in relazione al repertorio affrontato non viene concepito come un fine, bensì come un mezzo prezioso per il recupero della tradizione italiana, contraddistinta da quella nobiltà e raffinatezza che solo un equilibrio fra rigorosa preparazione e fantasia interpretativa permette.
Su questa base l’impiego di strumenti originali ed un loro adeguato uso in relazione al repertorio affrontato non viene concepito come un fine, bensì come un mezzo prezioso per il recupero della tradizione italiana, contraddistinta da quella nobiltà e raffinatezza che solo un equilibrio fra rigorosa preparazione e fantasia interpretativa permette.
→ Enrico Gatti | Ensemble Aurora
Ascoltare la Sonata II in la minore per violino solo BWV 1003 eseguita al cembalo o il Trio in sol minore per organo BWV 584 in versione cameristica potrebbe dare l’idea di trovarsi a un concerto di musiche di Bach basato – nel solco di una moda tuttora viva e apprezzata – sul moderno concetto di trascrizione.
Si tratta invece di poco note varianti d’autore, le quali permettono di ridisegnare assetti oggi cristallizzati dalla tradizione repertoriale obbedendo a ragioni che spaziavano dalla contingenza, dovuta alla frequente mobilità degli organici, alla continua voglia di sperimentare e rifinire già testimoniata dal primo biografo Johann Nikolaus Forkel (1801).
Tutto finisce insomma per ruotare intorno alla straordinaria personalità del linguaggio bachiano e alla sua intatta efficacia nei vari cambiamenti di ‘veste’, i quali ad esempio – al riparo da meri esercizi di stile – consentivano a un genere da chiesa di scoprirsi improvvisamente galante oppure costringevano malcapitati cantanti a comportarsi come strumenti.
Su questa stimolante falsariga Enrico Gatti e Rinaldo Alessandrini giocano a scambiarsi i ruoli in un programma all’insegna della mutualità, in cui opere originali (ad esempio la rara Fuga in sol minore per violino e cembalo BWV 1026, a lungo ritenuta spuria e solo recentemente rivalutata) si combinano a letture effettuate in quello spirito come la Partita per flauto solo BWV 1013, presentata in una suggestiva rivisitazione violinistica.
→ www.enrico-gatti.com|Crossdressing Bach
Composizioni per 1,2,3 e 4 violini e basso continuo della scuola napoletana tra Seicento e Settecento.
Un programma, pubblicato in disco per Arcana, di incredbile valore musicale e culturale che riporta alla luce inesplorati tesori dell'arte musicale partenopea.
→ www.enrico-gatti.com|The Fiery Genius
Alla pittura colta e raffinata di Guido Reni, il più amato dai bolognesi del Seicento per i suoi ideali
di bellezza classicheggiante, si contrappone in modo netto l’arte realistica e drammatica di
Caravaggio, artista eversivo e fuori dagli schemi, il cui linguaggio pittorico, lasciando da parte la
tavolozza brillante e smaltata della prima fase, si avvia verso ricerche luministiche sempre più
drammaticamente agitate e severe. La sensibilità pittorica di Caravaggio, legato allo studio del vero
contro ogni regola accademica, e espressa attraverso l’impiego violento e spregiudicato delle luci e
delle ombre, capace di descrivere ambienti, immagini e sentimenti, viene vista in aperta
contraddizione con quella dei Carracci, che nella ricerca dei modelli classici e rinascimentali, hanno
fatto il loro punto di forza.
Allo stesso modo anche in musica assistiamo alla nascita di molteplici stili e a una ricchissima
sperimentazione sia formale che armonica, ispirata non poco dallo sviluppo di una abilità
strumentale fino ad allora sconosciuta.
Ad autori legati al più tradizionale ambiente romano come Frescobaldi, o comunque vicini ad un
contrappunto più semplice e all’antica, come Cima, Rognoni, Scarani e Salaverde, si
contrappongono musicisti di ambito veneto decisamente innovativi e quasi visionari, come Turini,
Bertali e in particolare Castello, autore di musica assolutamente imprevedibile, ricchissima di
contrasti e di affetti.
→ www.enrico-gatti.com
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