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SOLO è un percorso musicale e artistico autobiografico, lungo le tracce di personali itinerari musicali e di uno specifico percorso interpretativo. SOLO è il suono dell'oboe nella sua purezza e nel suo canto malinconico.
Ogni brano è uno spartito che ho amato per perfezione e complessità, a volte incontrato quasi per caso, tra un concerto e l'altro, in mezzo agli spartiti di un negozio di musica e di cui ho immaginato il suono. Alcuni dei brani di questo disco non sono mai stati registrati, altri fanno parte del Repertorio degli oboisti. Li ho suonati in concerto perché mi piacevano: sono piaciuti. Mi sembrava, quindi, interessante diffonderli.
I due dischi rappresentano due antipodi. Per me sono due stili nei quali mi riconosco espressivamente.
L'idea motrice del disco dedicato alla musica contemporanea è il mio desiderio di far scoprire brani nuovi che amerei entrassero a far parte del Repertorio.
Per quanto riguarda la parte barocca, invece, i brani registrati contribuiscono a illuminare prospettive musicali diverse su pezzi scritti in origine per altri strumenti (flauto, viola da gamba) e che nella versione per oboe generano articolazioni, sonorità, melodie ricche di un altro peso e un altro significato, senza togliere nulla alla bellezza delle composizioni originali. Per una precisa scelta personale e musicale ho deciso di non registrare tutte le variazioni delle Folies d'Espagne e non tutte le Fantasie di Telemann. Ho escluso quelle che non ritenevo felicemente trasponibili all'oboe perché troppo legate alla timbrica dello strumento d'origine.
Infine, un filo conduttore sottile lega i brani dei due dischi: la danza. Tanto tempo fa, quando scelsi di diventare musicista abbandonai il sogno di diventare una ballerina classica. Ma è ancora la danza, il ritmo, che mi lega profondamente alla musica. Le incisioni che state per ascoltare, parlano anche di questo.
Dedico SOLO alla mia famiglia che da sempre mi segue e mi sostiene.
Ringrazio particolarmente mio fratello Sebastiano per avermi aiutato a realizzarlo e a lui dedico la parte barocca.
Un grazie sentito anche a Michael Britton, Tom Johnson e a Jany Berthelot e a tutti coloro che hanno lavorato con me a questo progetto.
Johann Sebastian Bach: Partita in La minore, BWV 1013 | La Partita in La minore fu scritta, con ogni probabilità, tra il 1717 e il 1723 quando Bach era a Köthen, dove sicuramente venne a conoscenza dell'esistenza del flauto traverso: uno strumento che sino ad allora non aveva preso in considerazione e che cominciava a diventare uno strumento pilota
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